IL PROGETTO LI CONCHI DELL'ARCH. VITTORIO SONZOGNI

Zogno (Bergamo) 1924 – 2017 | Architetto
Vittorio (detto Vito) Sonzogni, si laurea in Architettura al Politecnico di Milano nel 1952, iniziando nello stesso anno un'intensa attività professionale che svolge prevalentemente a Bergamo e provincia con particolare riferimento all'urbanistica, all'architettura religiosa e residenziale e alla progettazione di edifici pubblici e centri turistici. Negli anni Cinquanta, attento alle potenzialità spaziali ed espressive del cemento armato a vista, realizza il santuario di Zogno, le parrocchie di Castro, di Monterosso e la chiesa ipogea di Zingonia.
Nei primi anni Sessanta con Giuseppe Pizzigoni affronta la progettazione del nuovo Seminario Vescovile nella città alta di Bergamo. Costruisce diciotto nuove chiese e ne adatta molte altre alle nuove disposizioni conciliari.Nel settore degli edifici pubblici la sua attività è altrettanto cospicua: costruisce ventidue edifici scolastici in provincia di Bergamo, mettendo a frutto l’esperienza di studio del vasto piano di edilizia scolastica avviato nel secondo dopoguerra in Germania; realizza le sedi municipali di Serina, Villa d’Ogna e Castione e in Bergamo le sedi di numerosi istituti di credito e grandi complessi residenziali, direzionali e commerciali.
In campo urbanistico, oltre alla stesura di piani regolatori generali, piani di recupero e piani particolareggiati per numerosi comuni della bergamasca, promuove negli anni Cinquanta-Sessanta l’iniziativa Edil-Dalmine dotando di alloggi oltre trecento famiglie. In Sardegna costruisce due villaggi turistici con unità residenziali in granito e in Toscana partecipa con Ignazio Gardella e Ludovico Quaroni alla progettazione del centro turistico di Punta Ala.
Affianca al lavoro professionale anche un’importante attività nella pubblica amministrazione: è stato assessore ai Lavori Pubblici della Provincia di Bergamo, presidente dell’Istituto Autonomo Case Popolari di Bergamo, assessore ai Trasporti, ai Lavori Pubblici e all’Urbanistica della Regione Lombardia.
Notizie tratte da: “Gli archivi di architettura in Lombardia. Censimento delle fonti”, a cura di G.L. Ciagà, edito nel 2003 dal Centro di Alti Studi sulle Arti Visive, con la collaborazione della Soprintendenza archivistica della Lombardia e del Politecnico di Milano.


STUDIO PROGETTO LI CONCHI

Alcune coste sarde accolgono insediamenti privi di forza necessaria per mandare un messaggio di coerenza e di omogeneità in un habitat di bellezza potente e delicata. Talune volte, le pietre sono umiliate al ruolo di “apparire” senza “essere” primarie nel ruolo di fiere protagoniste della statica strutturale.
L’architettura si svolge con semplicità se i materiali sono autoctoni e se l’impianto urbanistico è pensato per essere posseduto dalla natura senza modernità forzate.
L’insediamento proposto ricerca l’unione piacevole tra ambiente e architettura con l’intento di recuperare la dimensione storica del luogo con l’attenzione alle tipologie e ai materiali propri della civiltà nuragica e romana.
La caratteristica peculiare del villaggio è l’utilizzazione diffusa della pietra a vista e del “trilite”. Nelle abitazioni le pietre monolitiche, danno all’opera stabilità, energia, calore, tensione e poetica trasfigurabilità. Il loro uso ripropone l’architettura ancestrale della pietra sarda.



PARTICOLARI COSTRUTTIVI

È stata condotta un’approfondita ricerca sui modi di costruire in Sardegna: con il granito, con i materiali locali e con le tecniche costruttive che discendono dalla sapienza degli scalpellini e dei contadini, per i quali l’essenzialità, l’economia e la bellezza, sono certezze conquistate con fatica.
Le ricerche sono state estese alle murature, ai monoliti, ai colori del granito, al modo di concatenare e articolare le pietre nei contorni delle aperture, alle coperture di coppi in cotto, all’aggetto dei canali.
I monoliti impiegati sono consanguinei con i massi erratici dell’habitat, controcanto energetico e formale alle forme delle incantevoli pietre totemiche della Sardegna.
I sentieri, le opere comuni, le abitazioni, sono state progettate con gli stessi criteri e gli stessi materiali assicurando all’intero complesso unità di linguaggio e opportuna omogeneità.


Case Li Conchi

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